Santa Maria Maggiore
Si è concluso ieri sera alle 20,30 il terzo appuntamento del VESPA GIASH.
Come ogni anno, da tre anni a questa parte, approfittando del ponte festivo dell’8 dicembre abbiamo partecipato al raid invernale che ci porta con le nostre vespe in montagna.
La meta di quest’anno è stata Santa Maria Maggiore, in val Vigezzo.
Per l’edizione 2009 sono stati sei i baldi partecipanti a questo goliardico ed informale raduno tra la neve, che ha visto gli ardimentosi vespisti cimentarsi in un giro tardo-autunnale ( praticamente un cimento invernale )guidando per ore con entusiasmo, nonostante il clima rigido. Anche se la temperatura non è mai scesa sotto i 2 gradi, il freddo si faceva sentire ma bene imbacuccati nelle tute ed indumenti tecnici che ci facevano sembrare più astronauti che vespisti in cerca di sano divertimento, siamo stati ben protetti ed isolati dall’aria fredda e pungente.
Appuntamento in periferia nel primo mattino per gli eroici vespisti in partenza da Novara e dintorni, eravamo tutti carichi di entusiasmo per l’imminente prova di coraggio e di resistenza… quand’ecco che uno di noi purtroppo, a causa di un guasto tecnico inatteso che avrebbe potuto compromettere la sua stessa sicurezza e l’integrità meccanica della sua amata Vespa, ha dovuto – a malincuore – desistere e rinunziare al raid previsto.
Cosi da cinque che saremmo dovuti partire da Novara, solo in quattro hanno intrapreso l’emozionante tragitto ( nello spettacolare panorama di un mattino di fine autunno, col freddo e la brina che ricopriva campi e strade: ovunque il nostro sguardo potesse arrivare… ) per raggiungere gli altri due amici vespisti e compagni d’avventura, che ci attendevano ad Omegna.
Alle 8,30 precise di domenica, inforcate le nostre ruggenti vespe ed imboccata la strada statale per il lago d’Orta di gran carriera ci siamo diretti ad Omegna dove ci attendevano Antonio e Francesco (un nuovo acquisto n.d.r.). Ad Omegna una pausa caffè è stata d’obbligo prima di riprendere il tragitto. Gli equipaggi erano formati dai veterani
del Vespa Giash Antonio su P200E, Paolo su P200E, Roberto su PX200E e dai vespisti neofiti: Giuseppe su vespa 300, Robertino su vespa GTS 250 e Francesco su PX 125, che partecipavano per la prima volta in Vespa al prestigioso appuntamento invernale. Purtroppo uno dei veterani del Vespa Giash, Giorgio è stato tradito dalla sua P200E già alla partenza a Novara.
La moto accusava mattane, rimanendo fortemente accelerata, senza scendere di giri ( forse le bizze sono state un segnale che non voleva assolutamente andare in montagna, nè stare al freddo… dal momento che poi il giorno dopo e nei giorni seguenti ha funzionato benissimo, senza alcun inconveniente meccanico. Scherzi della Vespa ).
Alle 11:00, oltrepassata Domodossola ci siamo inerpicati perla Val Vigezzo, trovando strade pulite e asciutte come in autunno. La prima neve si è fatta vedere sul ciglio della strada dopo qualche chilometro. A Druogno e Santa Maria i campi erano innevati da una bella coltre di candida neve, così come i tetti delle strade e le montagne tutte intorno.
Qui a Santa Maria un primo inconveniente ( un classico, si potrebbe definire ) alla Vespa di Francesco, si è rotto il filo della frizione, immediatamente sostituito dallo staff tecnico che in men che non si dica, ed un po’ fortunosamente data la mancanza di attrezzi adeguati, ha riparato il guasto permettendogli di riprendere poi il viaggio dopo aver pranzato in buona e simpatica compagnia.
Due parole per ringraziare per la calorosa e cordialissima ospitalità ( come sempre, del resto ) il nostro amico Roberto presso il suo ristorante
“Il Cortiletto”. Lo chef Roberto con grande amicizia, ha preparato squisiti piatti che ci hanno rifocillati dopo il viaggio in montagna, golosità locali e tradizionali accompagnate amabilmente da buon vinello rosso e bianco.
Roberto è oltretutto un appassionato vespista e come nelle gite precedenti ci ha accolti calorosamente e con simpatia, anche se è riuscito solo sporadicamente a fare quattro chiacchiere con noi dati i suoi impegni ai fornelli ed in cucina, per poter offrire i suoi famosi piatti gustosi e appetitosi agli affezionati avventori del ristorante tipico.
Con pantaloni sale e pepe e giubba da cuoco, indossando il classico copricapo da chef ha fatto fugaci apparizioni tra le varie portate, facendo quattro chiacchiere amabilmente quando le esigenze del ristorante glielo permettevano.
Sono i primi giorni di apertura delle piste da sci e c’era il classico mercatino di Natale coi prodotti tipici, Santa Maria era invasa dai turisti e dai curiosi; per le vie del centro ci si muoveva a fatica a piedi, figuratevi spingendo le nostre vespe a mano! Tutti imbacuccati dalla testa ai piedi con tute e giacconi termici, sottocaschi riscaldanti e caschi che non vedevamo l’ora di toglierci dopo quella faticosa ma emozionante gimkana tra i banchetti spingendo le Vespe a mano… Non sono mancate proteste da parte di uno o due persone un po’ intolleranti, altri invece (i più) hanno ammirato le vespe facendo commenti favorevoli ai nostri mezzi tipo “oh che belle le Vespe” oppure il classico “ c’è l’aveva mio papà, c’è l’aveva mio zio…” e come sempre son stati i bambini ed i ragazzi, ma anche persone mature o di mezza età i primi ad emozionarsi nel vederci passare con quelle moto senza età, sempreverdi e sempre giovani…
Il menù alla carta del ristorante lasciava libero sfogo alla golosità dei vespisti, c’era l’imbarazzo della scelta tra i vari piatti proposti… non a caso, qualcuno particolarmente goloso ed amante delle tradizioni montane ha preferito una bella e calda polenta con salamini, stufato e funghi, altri buongustai hanno optato per un bel risotto servito in maniera magistrale in crosta, mentre tutti hanno gradito ed apprezzato un bell’antipasto di vari salumi ha fatto da introduzione al pranzo. All’arrivo al Cortiletto ( dopo la faticosa spinta a mano delle Vespe, per centinaia di metri ) qualcuno di nostra conoscenza aveva la testa che fumava, ma non la testa della vespa: proprio la sua! Saranno stati i pensieri e l’emozione regalata dalla vista dei bei paesaggi vigezzini? Oppure un inizio di autocombustione spontanea? Chi lo sa… di certo fumava come un comignolo, più di una scoppiettante vespetta in salita o in partenza, bruciando l’ultimo neurone!
Durante il pranzo una gradita sorpresa preparata da Antonio: ha regalato ai partecipanti gli adesivi e la toppa del “VESPA GIASH TEAM” da applicare sulle vespe e sui giubbetti! Un riconoscimento graditissimo ed onorifico, per i partecipanti di questa e delle precedenti edizioni.
Ora potremo indossare quella toppa come una medaglia al valore, sentendoci vespisti “per tutte le stagioni”. Anche col gelo dell’inverno!
Purtroppo abbiamo dovuto lasciare Santa Maria molto presto, a causa della sera che stava calando sopra le montagne. Per poter essere a casa in orario ragionevole, e non subire i disagi del clima avverso e rigido.
Quindi cambio di programma, suggerito dal buonsenso e dall’esperienza: non siamo scesi dalla val Cannobina per paura di trovare ghiaccio sulla strada, poiché la valle è sempre in ombra… Siamo ritornati così sui nostri passi, lungo strade più sicure e ben battute, ritornando da Domodossola.
A Cuzzago ci siamo fermati alla stazione, dove abbiamo potuto vedere un modello della torre di Pisa in grande scala realizzato da un appassionato di modellismo archittettonico. Un piccolo gioiello da ammirare, vicino al quale abbiamo voluto posteggiare e ritrarre le nostre Vespe. Poi lunga tappa fino ad Omega, dove abbiamo salutato Antonio e Francesco ringraziandoli per la bella esperienza condivisa in buona compagnia. Quindi via di corsa verso casa, attraversando splendidi paesaggi serali quali il lago illuminato e l’isola di S. Giulio ( un diamante di luce nel buio serale, una piramide variopinta che si specchia nelle placide acque dell’antico lago ) e poi tutta una serie di paesi, case, alberi illuminati per le imminenti Festività che ci donavano gioia ed emozione nello spirito, osservando luci e luminarie lungo il ritorno a casa. Ormai era buio pesto tutto intorno a noi per le vie della provincia, e come quattro cavalieri errabondi sui loro destrieri d’acciaio o plastica, dopo una giornata intensa ed emozionante lestamente abbiamo raggiunto Novara dopo aver percorso230 Kmdi puro e genuino divertimento. Appuntamento al prossimo anno con il 4° Vespa Giasch. Dove andremo, dove ci porteranno le nostre
mitiche ed instancabili Vespe?
Seguiteci o venite con noi, le sorprese non sono ancora finite!
Malwi