11 agosto 2009 A ZONZO PER I PASSI SVIZZERI

Pubblicato da il Ago 11, 2009 in Viaggi dei soci

Facciamo quattro passi, …. anzi già che ci siamo facciamone altri due. 

Fare chilometri in vespa è divertente! Farli in piano è piacevole, ma in salite e discese è ancor più accattivante.

Tanti hanno intrapreso viaggi in vespa:  chi è andato a Capo Nord, chi nel profondo sud, chi ha fatto il giro del mondo, insomma nel limite della propria resistenza molti hanno affrontato viaggi macinando chilometri e chilometri!

Questa volta l’abbiamo fatto anche noi con le nostre vespe e nel nostro piccolo abbiamo dato anche noi. 

11.08.09  – Primo giorno un Passo

Con Antonio e Patrizia, sua compagna di viaggio e di vita,  era già da un po’ di tempo che si ragionava di fare qualche giorno a zonzo con le vespe.

Così,  fatto un programma di massima,  siamo partiti martedì 11 agosto e siamo tornati giovedì14 inserata. 

La nostra meta era quella di partire Antonio da Omegna ed io da Novara trovarci a Romagnano Sesia da dove era stabilita la partenza ufficiale per il nostro tour, andare ad Aosta, valicare al Passo del Gran San Bernardo, percorrere tutto il Vallese, fare  due passi “tosti” il Furka e il Gottardo per ritornare in Italia attraverso il Canton Ticino .

E’ proprio vero che l’appetito vien mangiando, dopo aver fatto il passo del Gr.San Bernardo e stufi della pianura del Vallese abbiamo aggiunto una variante al giro.

La variante è consistita, a metà della Valle del Rodano in Vallese, nel deviare salendo per Goppestein – Treno Navetta – Kandersteg, Interlaken, e pronti per la salita del passo del Grimsel , poi passo del Furka , sosta con pernottamento  ad Andermatt e poi il finale passo del Gottardo, passo della Novena-Neufenen e il passo del Sempione. 

Da qualche giorno si teneva d’occhio il tempo e le previsioni, tutto andava per il meglio!

Così raccolti “armi e bagagli” alle ore 9,30 di martedì 11 agosto 2009 ci siamo trovati in piazza a Romagnano. Tempo bello, sole che spaccava le pietre, meteorologia per i giorni a venire molto buona.

Non era prevista nessuna autostrada ma solo strade statali e provinciali, ciò ci avrebbe permesso di godere degli splendidi paesaggi e panorami che il cuore delle Alpi ci offriva.

Da Romagnano a Borgofranco d’Ivrea si passa per la strada detta della Serra per poi imboccare la statale per Aosta.

Qui comincia proprio il bello e l’entusiasmante del viaggio, la salita al Passo del Gran San Bernardo.

La S.S.27 si inerpica dolcemente tra i monti lasciando spazio alla vista di ampie vallate verdeggianti, siamo ancora in Italia e mancano ancora vari chilometri al passo. Man mano che ci avviciniamo ed entriamo più nel cuore dei monti la salita si fa più ripida ed iniziano i primi tornantini, e via sempre più su. Il paesaggio attorno cambia come un nastro adagiato mollemente, la strada corre in mezzo alle praterie sul crinale dei monti arrotolandosi su se stessa con tornati a 360 gradi e forte pendenza, scompaiono quasi totalmente gli alberi ad alto fusto per lasciare il posto a vegetazione più bassa a cespuglio segno che stiamo superando i1800 metridi quota.

Sopra di noi la strada volteggia e si inerpica, i muraglioni e i contrafforti in pietra che sorreggo il terrapieno della strada si fanno imponenti e maestosi. All’ultimo tornante vediamo finalmente il lago glaciale del San Bernardo, la strada lo costeggia sulla sponda destra, passiamo l’ultimo ristoro sul versante italiano e poi il punto di confine per raggiungere l’ Ospizio del Gran San Bernardo 

L’entusiasmo è alto e le nostre vespe sono arrivate (e chi ne dubitava?) senza intoppi macinando i chilometri in salita, ma non sanno cosa attende loro l’indomani!

Pernottiamo qui, il primo giorno è di rodaggio, quindi sistemiamo le vespe al coperto nel garage dell’albergo. Facciamo un giro rilassante li attorno, visitiamo l’ Ospizio, il piccolo museo dove una proiezione ci racconta la storia del luogo che già in epoca romana era utilizzato come passaggio per truppe e mercanti per recarsi nel nord al di là delle Alpi percorrendo la via Francigena che ancora oggi è funzionante e percorsa dai pellegrini che dal nord Europa vanno verso Roma o ritornano e qui vi trovavano un posto di rifugio.

Dopo una cena alla svizzera e fatto un giro serale al chiarore della luna ci rintaniamo nelle nostre confortevoli camere con bagno. Il termometro segna 9° C. e siamo piombati in braccio a Morfeo dormendo saporitamente fino a mattino. 

12.08.09 – Secondo giorno due Passi

La giornata inizia con una sana e robusta colazione svizzera, latte, caffè, formaggio, pane bianco e misto segale, marmellata, prosciutto, cioccolata in tazza, succo d’arancia, burro.

Dopo aver mangiato a sazietà in previsione di tirare un po’ per le lunghe per il pranzo, ricarichiamo i bagagli e si riparte meta Martigny – Sion.

La natura fa il suo corso ed ampie vallate verdi si aprono a perdita d’occhio sotto di noi, da2473 metridi quota si scende percorrendo di traverso il crinale delle montagne con tornanti da capogiro, pian pian i campi diventano sempre più verdi e rincontriamo vegetazione ad alto fusto, le prime case sparse qua e la, alcuni villaggi nei pianori sottostanti la strada. La giornata è bella splende il sole e noi siamo carichi sia di bagagli che di voglia di vedere questi posti favolosi, e si che di campagna ne ho vista tanta ma mai cosi luminosa, dolce, verde.

A fondo valle il bivio per Verbier, in un primo momento avevamo deciso di recarci anche lassù ma poi abbiamo pensato di proseguire per Martigny.

La strada corre nel fondo valle della valle del Rodano nel Vallese, monotona rispetto alle impegnative curve e tornanti fatti scendendo dal San Bernardo, ma ugualmente i panorami sono bellissimi. Lungo la strada vigne e vigne per chilometri, vigne basse tenute con cura, quasi al millimetro tutte della stessa altezza, i prati sembrano una moquette stesa al sole.

Oltrepassato Martigny arriviamo a Sion, tralasciamo di andare nel centro e passiamo in periferia dove da un colle ci dominano due austeri castelli e ci dirigiamo verso Gambel dove facciamo una breve sosta tecnica per i conduttori e passeggero. E sempre più in su saliamo a Goppenstein dove preso il treno-navetta arriviamo a Kandersteng. Scendiamo la valle fino a Interlaken e sosta merenda a base di pollo arrosto e patatine fritte al centro Migros. Sono le 15.

Riprendiamo il nostro viaggio alle 16,15 e ci dirigiamo verso il passo del Grimsel che, dopo aver doppiato tornanti su tornati e bacini d’acqua artificiali che sembrava ti venissero addosso con le loro mastodontiche dighe, abbiamo raggiunto il passo alle 17.20. Un paesaggio con valli e monti a perdita d’occhio, un laghetto naturale ci attende lassù. 

Prendiamo la nostra strada verso il passo Furka. Viaggiamo sempre in quota ma per valicare i monti dobbiamo sempre impegnarci in salite, discese, curve e tornanti, la strada si snoda sotto i nostri occhi dopo un tornante ne vedi altri più in basso che si srotolano sul pendio delle montagne. Sono le 18,30 quando arriviamo al passo. 

L’aria inizia ad essere fresca, la temperatura che è rimasta mite per tutto il tempo sta abbassandosi ma, anche se è estate, a quella quota 2272 si fa sentire. Ripartiamo dopo esserci fotografati di qua di la sopra e sotto, riscendendo per i crinali della montagna con paesaggi stupendi, le vespe corrono veloci e i motori rombano, la media è sempre costante attorno i 55 –60 kmora (in discesa!) ma anche in salita ci hanno permesso di tenere una buona media a parte in alcuni tratti molto ripidi. Arriviamo a Andermatt dove facciamo sosta per la notte in un confortevole albergo. Incontriamo e scambiamo qualche parola con altri motociclisti italiani, anche loro sono in viaggio turistico, uno addirittura sta andando in Croazia ma ha fatto una piccola deviazione per non rendere monotono il viaggio. Cena in un piccolo e tipico ristorante locale, fettona di prosciutto al forno con patate al forno con salsa di cipolle e carotine a fili. Giro notturno in paese tra case di legno di architettura Walser. Il paese è grazioso ben curato, mantenuto pulito e ordinato con strade in ordine, anche i pochi cantieri che abbiamo incrociato erano tenuti ordinatamente. Come, del resto, tutti i paesi che abbiamo incontrato strada facendo. 

13.08.09 – Terzo giorno tre Passi

Un nuovo giorno ci aspetta in sella alle nostre bestiole, che pazientemente ci hanno atteso fuori dall’albergo. Fatta una buona colazione con latte, caffè, fette di pane, brioches, succo di frutta, marmellata, burro, paghiamo il conto e ripartiamo. Facciamo un giretto  per il paese, rifornimento di liquidità presso una banca e riprendiamo la strada da dove siamo venuti dirigendoci verso il passo del San Gottardo. Facciamo la strada vecchia è più panoramica. Non ci sono gallerie che occultano la vista di tanti bei paesaggi e panorami, ci si fermerebbe ogni100 metriper scattare una fotografia, ad ogni curva una sorpresa un ruscello, una valletta, una vista sempre più grande del nastro di strada che si avvinghia alla montagna. I contrafforti dei tornanti si ergono dalle pendici del monte e noi saliamo, li superiamo e li vediamo da sopra e da sotto maestosi. Viene da domandarsi: e io devo andare lassù? E si certo! scala una marcia, apri il gas e sali, generoso il motore della Vespa spinge e ti porta su! La strada è in pavé ordinata, un biliardo! Se non fosse per i sampietrini non si sentirebbe il minimo sobbalzo. Curva dopo curva arriviamo a pochi chilometri dal passo ma una sosta è d’obbligo, una gruppetto di mucche al pascolo, incuriosite, si accosta al ciglio della strada sembra vogliano familiarizzare con le Vespe, qualche minuto di sosta, Io Mucca tu Vespa, io Vespa tu Mucca..

Poca strada e siamo in cima al passo del san Gottardo,2112 metri. Sono le 10,20. 

Ci rilassiamo un paio d’ore, una bibita, un caffè, un panino e alle alle 14,30 siamo già sulla strada che ci porta in giù sempre tutta in pavé, vediamo benissimo tutta la strada che dobbiamo percorrere. Si snoda a mezza costa con tornantoni e curvone da far caponare la pelle. Sconsigliato a chi soffre di vertigini!

A valle prendiamo la strada per il passo della Novena (Neufenen pass). Risaliamo fino a2478 metri, questo fondo è in asfalto, piuttosto dritta nel senso che ha tornantoni solo quasi alla cima. Ci fermiamo un momento a fare delle fotografie con la neve. Ai lati della strada ancora i resti di una valanga. Ci fermiamo a toccare la neve. Al passo qualche centinaio di metri, ci attende un laghetto, panoramiche fino a fondo valle, uno spettacolo emozionante.

Qui incontriamo un vespista che sta facendo il giro opposto al nostro, è svizzero – di Basilea – del Vespa Club Basilea ha una PX 125. Ci salutiamo e ci auguriamo buon viaggio. 

Ci facciamo un autoscatto a braccio teso, solitamente questo tipo di fotografia è “un rituale “ viene come viene, l’importante è ritrarci tutti insieme. Sono le 15,20 e ci rimettiamo sulla strada per raggiungere il passo del Sempione. Scendiamo verso Briga costeggiando il crinale della montagna. La strada scivola via sotto le ruote della vespa, ancora curve e tornanti ormai ci abbiamo fatto l’abitudine e li facciamo con facilità, anche le vespe hanno imparato. Sosta benzina prima di imboccare la valle, ci lasciamo Briga sulla sinistra e su per il Sempione!!! La strada non è impegnativa dobbiamo solo raggiungere quota2005 metriuna bazzecola. Ore 17,23 del 14 agosto 2009 dopo tre giorni di dure lotte abbiamo conquistato il Passo del Sempione! 

Vorremmo fermarci per la notte ma non troviamo posto e cosi scendiamo verso Simplon Dorf, ma …. Siamo a meno di 30 minuti da Domodossola e a120 chilometrida Novara. Decisione: torniamo a casa, abbiamo fatto tanta strada che non saranno due ore in più di viaggio a scoraggiarci.

Cosi si scende a valle, certo che gli scenari sono molto diversi! A Gravellona Toce ci fermiamo in pizzeria, ci riposiamo un’ oretta e poi verso casa, ad Omegna saluto Patrizia e Antonio, una 40ina di chilometri e sono arrivato, sono quasi le 23 quando spengo il motore della Vespa e la ritiro in garage augurandole la buona notte.  Grazie preziose amiche per i giorni di divertimento che ci avete regalato. Altre avventure ci aspettan

Malwi

 

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